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Il Parco di Aguzzano

Il pieno recupero del Parco Regionale di Aguzzano è stato l'oggetto di molte iniziative promosse dall'Associazione Pa.Gine Rosa nel campo dell'ambiente.

In particolare, a conclusione di un corso di Ecologia, Ambiente e Territorio svoltosi presso le scuole elementari del 73° e 141° Circolo Didattico, i ragazzi hanno contribuito alla stesura di un giornalino, nel quale hanno descritto ciò che hanno visto ed imparato.

Il contenuto del giornalino è riportato integralmente su queste pagine WEB.

   

Il Parco di Aguzzano.....   a due passi da casa tua

Quella che vi presentiamo è la nostra esperienza di lavoro dei mesi di settembre ed ottobre, vissuta insieme alle ragazze della Associazione Pa.Gine Rosa . Grazie al loro contributo abbiamo esplorato e conosciuto meglio il Parco di Aguzzano, riflettendo insieme sull'importanza del rispetto del nostro ambiente. Venite insieme a noi per scoprire, attraverso i nostri occhi, questo bellissimo " polmone verde".

 

Il Parco di Aguzzano è un parco urbano, cioè è inserito    all'interno della città. Il terreno è pianeggiante, qua e là leggermente collinoso. L'origine è vulcanica: nell'antichità infatti i vulcani laziali hanno eruttato dei materiali che poi si sono raffreddati ed hanno formato tutta la zona.Questo territorio è stato per molto tempo paludoso perchè l'acqua del Fosso di San Basilio lo ricopriva, lasciando limo e sedimenti. L'uomo ha scoperto che il suolo era molto fertile e l'ha usato a lungo per l'allevamento e l'agricoltura.Ancora oggi nel parco ci sono molti prati e pascoli. Purtroppo fino a poco tempo fa alcune zone sono state usate come discariche abusive e sono prive di vegetazione.

 

Il Parco è attraversato dal Fosso di San Basilio che è stato scavato dall'acqua. A settembre, quando abbiamo fatto la visita, pioveva poco e il fosso era secco. Abbiamo notato dei pioppi spezzati, bruciati e abbiamo capito che era avvenuto un incendio. Nonostante ciò la vita stava nascendo: spuntavano dei cespugli di canna qua e là ed era nato un fungo ai piedi di un pioppo. Dentro al fosso abbiamo visto una discarica abusiva, creata da uomini che non rispettano la natura. Vicino c'erano anche zone impenetrabili dove la vegetazione era fitta e non era possibile avvicinarsi. Intorno crescono molte piante, tra le quali la salcerella, le leguminose, la strappalana ed il cocomero asinino.

 

Il suolo del Parco, una volta molto fertile perchè di origine vulcanica, è stato troppo sfruttato dagli uomini. L'allevamento e l'agricoltura intensivi non gli hanno permesso di rigenerarsi. Così il terreno si è impoverito e oggi si osservano tante erbe tipiche dei terreni miseri, come la carota ed il finocchio selvatici, il cardo viola e la carlina gialla. Ci è piaciuto tanto, tra le altre erbe, il cocomero asinino perchè, se viene pestato, spruzza i semi intorno. Altre piante, ad esempio la rughetta, la mentuccia e la malva sono molto utili all'uomo come cibo e come medicinali. La verbena, molto diffusa nel Parco, era già conosciuta dagli antichi Romani, per i quali era un simbolo di amicizia.

 

In molte zone del Parco crescono canne, rovi e robinie. Sono arbusti, cioè piante legnose ramificate fino alla base e crescono a cespuglio, nascendo da una stessa radice o da radici vicine. Sono molto utili perchè producono cibo per uomini ed animali: ad esempio more e bacche; sono anche rifugio per i piccoli animali che si nascondono dai nemici. Inoltre offrono protezione a piante che hanno bisogno d'ombra

 

 

Nel Parco i platani sono piantati a filari lungo i canali di irrigazione e sono coltivati a ceppaia per proteggere dal vento i campi coltivati. Di solito infatti i platani hanno il fusto alto ed eretto con rami lunghi, mentre quelli che abbiamo osservato sono bassi e con rami che si estendono in larghezza. La corteccia del tronco è a scaglie; le foglie hanno una forma palmata e picciolo lungo; i frutti sono rotondi e un po' spinosi. In autunno perdono le foglie, fino a rimanere spogli.Alcuni esemplari hanno le foglie macchiate e i tronchi hanno dei buchi: si tratta di una malattia che ha colpito questi alberi in tutta Europa.

 

 

I pioppi sono molto numerosi nel Parco, soprattutto lungo il fosso, visto che hanno bisogno di tanta acqua. Alcuni, purtroppo, sono stati bruciati da un incendio. Osservandoli bene, ci siamo accorti che le foglie sono a forma di cuore, con il margine seghettato di colore verde chiaro. La corteccia del tronco è grigia, semiruvida con delle scanalature. Il frutto è a forma di piccola capsula e nel suo interno ci sono i semi, avvolti in una sostanza cotonosa.

 

 

I pini sono stati piantati lungo i viali e le strade all'interno del Parco per abbellire e dare ombra. Gli esemplari osservati hanno circa 150 anni. Sono alberi sempreverdi dal fusto eretto, con la corteccia semiruvida a scaglie grandi. Toccando il tronco, ci siamo accorti della presenza della resina, una sostanza appiccicosa che protegge la pianta dall'attacco dei parassiti. Le foglie hanno la forma di aghi; il frutto è la pigna che contiene i semi, cioè i pinoli.

 

Il Parco è abitato da moltissimi animali, anche se non sempre è facile accorgersi della loro presenza. Tra quelli domestici sappiamo che sono allevati pecore, mucche, cavalli e muli nei casali. Gli insetti sono numerosissimi: abbiamo osservato farfalle, vespe, formiche, cicale, mosche, scarabei, cavallette, coccinelle e cimici. In mezzo all'erba, nei cespugli e nel fosso si nascondono lucertole, topi, serpenti, rane e rospi. Questi animaletti sono il cibo preferito del gheppio, un rapace che si è adattato a vivere nel Parco. Molte numerose sono anche le cornacchie grigie che mangiano semi e piccoli insetti.

 

All'interno del Parco sono visibili molti segni dell'uomo, sia positivi che negativi. I primi li abbiamo visti soprattutto nel fosso di San Basilio: c'erano molti rifiuti e perfino tracce di un incendio, per cui l'erba e le piante faticano a crescere. Ci ha disturbato anche la presenza di motorini. In altre zone, però, abbiamo notato tanti elementi positivi della presenza dell'uomo. Sono stati allestiti viali alberati con nuovi esemplari di diverse specie, come pioppi, platani e pini; in certi punti l'erba era folta. C'erano tracce di bicicletta e di trattore: tanta gente infatti si diverte e lavora nel Parco.

 

Le attività didattiche sono state tenute dall'Associazione di Volontariato Pa.Gine Rosa, che ha altresì curato la pubblicazione su questo sito INTERNET.

Si ringraziano gli alunni, le Insegnanti e la Direzione del 141° Circolo Didattico per l'entusiasmo con il quale hanno collaborato all'iniziativa.

Si ringrazia inoltre l'Associazione Tidei 92 per il supporto alla realizzazione cartacea delle ricerca realizzata dai bambini.

 

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